Arterite a cellule giganti: Tocilizumab induce remissione e previene le ricadute
Tocilizumab ( Actemra; RoActemra ) è risultato efficace nell’indurre la remissione e prevenire le ricadute nella arterite a cellule giganti.
In una coorte di 30 pazienti, l'85% di quelli assegnati a Tocilizumab più Prednisone è andato in remissione completa entro la settimana 12, rispetto al 40% di quelli trattati con placebo e Prednisone, con una differenza del 45% ( intervallo di confidenza [ IC ] 95%: 11-79, P = 0.0301 ).
Inoltre, la sopravvivenza libera da recidiva è stata osservata nell’85% dei pazienti trattati con Tocilizumab contro il 20% di quelli trattati con placebo alla settimana 52, con una differenza del 65% ( IC 95%: 36-94, P= 0.0010 ).
L’arterite a cellule giganti è una vasculite che interessa le arterie medie e grandi, e può essere associata a gravi complicanze tra cui la cecità.
Il trattamento standard è rappresentato dai glucocorticoidi, ma la necessità di dosi elevate e la lunga durata del trattamento può portare a gravi morbilità.
I farmaci anti-reumatici modificanti la malattia ( DMARD ) convenzionali e biologici non hanno dimostrato di essere efficaci per la remissione della malattia.
In precedenza era stato osservato che l'interleuchina-6 ( IL-6 ) induce risposte della fase acuta e ha un ruolo centrale nella patogenesi della arterite a cellule giganti.
Tocilizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato che si lega al recettore IL-6, e ha dimostrato in clinica di essere efficace nell’arterite a cellule giganti.
In questo studio randomizzato di fase II con Tocilizumab, i pazienti avevano un’età media di 70, e in misura maggiore ai due terzi erano di sesso femminile.
Nella maggioranza dei casi, la malattia era di recente insorgenza.
I sintomi più comuni manifestati dai pazienti erano: mal di testa, abnorme sensibilità al cuoio capelluto, claudicatio dei muscoli masseteri e perdita di peso.
Tutti avevano elevati reattanti di fase acuta, con velocità di sedimentazione degli eritrociti ( VES ) di 40 mm/ora o valori superiori, e livelli di proteina C-reattiva di almeno 20 mg/L.
Nel corso di un anno, i partecipanti hanno ricevuto 13 infusioni di Tocilizumab 8 mg/kg oppure di placebo.
Tutti i pazienti avevano iniziato il Prednisone alla dose di 1 mg/kg/die con riduzione graduale a 0.1 mg/kg/die alla settimana 12.
La riduzione del dosaggio degli steroidi è continuata con riduzioni mensili fino a interruzione del trattamento.
In caso di recidiva, il trattamento con Prednisone veniva riavviato.
La remissione è stata definita come la normalizzazione dei reattanti di fase acuta, assenza di sintomi, e Prednisone a dosi non-superiori a 0.1 mg/kg/die.
Un paziente trattato con Tocilizumab è andato incontro a recidiva prima della settimana 12; nel gruppo placebo 3 pazienti hanno recidivato.
Dopo 12 settimane, ci sono state due ricadute supplementari nel gruppo placebo.
Tra i 5 pazienti nel gruppo placebo che hanno sperimentato un totale di 13 recidive, 6 sono state considerate maggiori e 7 minori.
Tra i pazienti nel gruppo Tocilizumab, il Prednisone è stato interrotto al completamento dello studio nell’80% dei casi, contro il 20% nel gruppo placebo, una differenza del 60% ( IC 95%: 30-90 ).
Alla 52.a settimana, la dose cumulativa adattata al peso corporeo di Prednisone era di 43 mg/kg nel gruppo Tocilizumab rispetto a 110 mg/kg nel gruppo placebo ( P=0.0005 ).
Gli eventi avversi sono stati riportati dal 75% dei pazienti nel gruppo Tocilizumab e dal 70% di quelli nel gruppo placebo.
Gli eventi avversi gravi erano numericamente uguali nei gruppi Tocilizumab e placebo, con una preponderanza di gravi eventi avversi gastrointestinali nel gruppo Tocilizumab e con complicanze cardiovascolari e metaboliche nel gruppo placebo.
Gli episodi di neutropenia e leucopenia sono stati riportati più frequentemente nel gruppo Tocilizumab. ( Xagena2016 )
Fonte: The Lancet, 2016
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